LE GUERRE DELL’OCCIDENTE

Il 18 ottobre 2023, è una data da ricordare. Mentre era già in corso la guerra di invasione della Russia sulla Ucraina, questo giorno rappresenta l’ultimo atto di una lunga stagione in cui i Paesi Occidentali con in testa gli Stati Uniti, nonostante molti errori e il perdurare di una politica internazionale aggressiva, ancora mantenevano una dignità di valori e di cooperazione per la pace. In quel giorno, infatti, Joe Biden, in uno degli ultimi interventi lucidi prima di decadere in uno stato  di torpore mentale e politico, dopo avere espresso a Netanyahu la solidarietà per la strage terroristica di Hamas del 7 ottobre, lo invitò a non farsi consumare dalla rabbia, ricordando gli errori commessi dagli Stati Uniti nella loro guerra al terrore dopo l’11 settembre. Si riferiva naturalmente alle guerre scatenate da Bush Junior prima in Afghanistan e poi, ancora più grave perché con motivazioni fasulle (la presunta costruzione della bomba atomica), in Iraq.

Da allora, quel decadimento di valori che sembrava ancora contenibile, è precipitato: l’Occidente è entrato nella sua fase più buia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Netanyahu si è trascinato il consenso esplicito e in parte militare del Presidente Trump, al quale hanno fatto seguito i governi europei con diverse e ambigue motivazioni. Non solo la guerra di rappresaglia, con l’intento di cancellare Hamas dalla Palestina (molto difficile nei fatti) e i Palestinesi dalla Cisgiordania (già in corso da anni), si è trasformata in un massacro dell’intera popolazione palestinese; non solo Netanyahu, dopo Gaza, ha attaccato prima il Libano e poi lo Yemen, con la convinzione di debellare anche i gruppi armati Hezbollah e Houti; ma infine anche l’Iran, con la stessa motivazione di Bush del 2003, e cioè il possesso dell’arma atomica.

Secondo molti esperti di geopolitica, se Israele avesse avuto anche il minimo dubbio che l’Iran già possedesse la bomba atomica, mai avrebbe attaccato, perché la “deterrenza” è la vera arma che riequilibra il pericolo nucleare. Ma questa guerra, anzi, queste guerre scatenate da un Capo di Stato già incriminato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia, considerando la complessità della crisi internazionale e l’incapacità di una Europa ancora prona agli USA, governata ora da un pericoloso ciarlatano, oltre a creare morti, distruzioni e pericoli di coinvolgimento mondiale è la più evidente conferma della crisi di valori dei Paesi occidentali. E non solo in quelli governati da maggioranze sovraniste e di estrema destra, ma anche in quelli in cui la tradizione liberale e la solidarietà internazionale sembravano ancora reggere.

La bandiera è la lotta al terrorismo arabo, Ma è solo questo? E perchè nasce molti decenni fa e oggi prolifica questo terrorismo? L’Occidente non si pone queste domande. Così, mettendoci dentro anche Putin e la Russia post-Sovietica, i protagonisti e i comprimari di queste guerre, come di altre sia in Medio Oriente che in Africa, direttamente o indirettamente sono proprio i Paesi che ottanta anni fa sembrava avessero pacificato il mondo. 

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