Al termine della quarta puntata Corrado Guzzanti ci spiega la sua morale: l’intellettuale (di sinistra), costretto nel suo frustrante rigore conformista, ritroverà la sua libera capacità di esprimersi solo depurandosi in una dimensione popolare priva di schemi e di finzioni. E’ un bagno salutare nel “politicamente scorretto”. Al suo “doppio” – il comico Bizio – che si appresta ad entrare in scena, un addetto al palcoscenico urla: – ricorda che nelle tue battute puoi dire solo parolacce come culo, cazzo, fregna, negro e frocio, e nessun’altra! –
Corrado Guzzanti percorre una strada molto diversa dalla sorella Sabina, ormai schierata in un impegno politico, mettendo innanzi tutto in discussione se stesso e il suo mondo. La satira di costume sposa la causa della risata popolare, volutamente volgare, ma liberatoria. Così la miniserie di SKY, per quanto realizzata su una sceneggiatura strampalata, girata e recitata in modo quasi dilettantesco, diverte e funziona da detonatore di una esplosione liberatoria che coinvolge lo spettatore. Oltre a Corrado, sono molto brave l’interprete della governante Dragomina, Evelina Meghnagi, e, soprattutto, della assistente coatta Cinzia, l’attrice Emanuela Fanelli.