Room è un bel film del regista Lenny Abrahamson, di coproduzione irlandese-canadese, premiato a Toronto, presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, Golden Globe e Oscar per l’attrice Brie Larson, con un meraviglioso bambino Jacob Tremblay nella parte del piccolo Jack. La reclusione di madre e figlio ad opera di un folle, sebbene tratta da un romanzo, rievoca drammatici fatti di cronaca nei quali giovani donne sono state rapite, stuprate e recluse per anni. Il film, scritto, interpretato e diretto con grande sensibilità, appassiona e coinvolge lo spettatore nel passaggio dalla condizione di terribile reclusione alle difficoltà di reinserimento nel mondo reale.
Ma, soprattutto, induce una riflessione: in questa stagione, oltre a Room, abbiamo apprezzato Truth (Vanderbilt) uscito in questi giorni (cfr il commento su questo blog), e prima ancora Lo chiamavano Jeeg Robot (Mainetti), Mustang (Erguvem), Carol (Haynes), The Walk (Zemeckis), e altri ancora. Tutti film presentati alla ultima edizione della “Festa del Cinema di Roma”. Poche volte, come nell’Ottobre 2015, l’evento cinematografico romano è riuscito a presentare tanti film di qualità. Ma è stata anche l’edizione con il più basso livello di incassi e di risonanza di critica e di pubblico. Ricordo le prime grandi edizioni promosse da Veltroni, l’ostinata passione di Piera Detassis e degli altri componenti la Direzione Artistica, il timore della Biennale di Venezia per una imprevista concorrenza al suo Festival del Cinema. E poi l’impegno dell’anziano Gian Luigi Rondi nonostante la crisi economica e lo scarso interesse del sindaco Alemanno, i tentativi di Marco Müller di risollevarne le sorti, sino alla edizione recente di Antonio Monda, di alta qualità, ma fondata sull’inevitabile ridimensionamento finanziario e con una amministrazione Marino ormai in caduta libera.
Roma è città di Cinema. Lo è dagli anni eroici del neorealismo, lo è per gli Studios di Cinecittà, per il Centro Sperimentale, per i tanti registi ed attori romani, per le maestranze di grande professionalità e per un pubblico competente che ancora riempie le sale. La crisi economica si è allentata e potrebbero essere disponibili risorse più consistenti. Ma la prossima edizione della Festa del Cinema è in standbay in attesa del nuovo sindaco. L’aria è cupa e forse ci saranno novità politiche: che succederà se al governo della città dovessero andare partiti o movimenti poco sensibili alla cultura cinematografica?