La presenza del passato tra fotografia e cinema

MAIL_Ascension-2000x1350Non è possibile definire solo videoarte il lavoro di Bill Viola. Lo furono certamente le prime opere, tra cui The Reflecting Pool (1977-79), che, si dice, nacque dal ricordo di una caduta in acqua da piccolo, oppure la celebre Chott el-Djerid, A Portrait in Light and Heat (1979-81), che indicò percorsi espressivi per molti altri artisti del videotape. Ma le opere più recenti, nate con le applicazioni video in alta definizione (HD) – nel passaggio di secolo e nella piena maturità artistica – a mio avviso sono l’invenzione di un nuovo dispositivo espressivo, che si colloca in posizione intermedia tra fotografia e cinema.Visitazione-Greeting

E’ fotografia perché l’immagine appare spesso fortemente rallentata e comunque è in una condizione di fissità tale da essere valorizzata in tutti i suoi dettagli. E’ cinema, perché ogni opera richiede una precisa sceneggiatura, teatri di posa, location o scenografia adeguata, alta tecnologia di ripresa, folto cast di attori, decine di tecnici e molte prove.

Caterina a confronto

Ma non basta ancora. L’artificio che consente questa doppia e ambigua sospensione tra fotografia e cinema è fondato su un utilizzo particolare dello spazio e del tempo. La camera è sempre fissa e lo spazio è occupato dai movimenti degli attori che avvengono lungo l’asse di visuale (dal fondo al primo piano o viceversa) oppure l’asse trasversale (da destra a sinistra e viceversa), oppure ancora attorno a se stessi (rotazione degli attori). E’ uno spazio cartesiano, mai obliquo, quindi statico. Gli unici elementi dinamici, in movimento, sono i materiali abituali di Viola: l’acqua, il fuoco, la terra e il vento. Anche il tempo è condizionato e sempre alterato rispetto alla realtà: rallentamenti anche a 300 fotogrammi/sec., inversione temporale (visione del girato al contrario, dalla fine all’inizio), lunghi tempi di attesa che anticipano eventi topici e fragorosi.

Cristo a confronto

La mostra (Bill Viola, Rinascimento Elettronico) che si è aperta il 10 marzo a Firenze (Palazzo Strozzi) e che chiuderà il 23 luglio, espone quasi esclusivamente i lavori compresi negli ultimi venti anni. Ma con un valore aggiunto, che vale da solo la visione anche per chi già conosce le opere del maestro newyorkese. Le installazioni video sono presentate accanto alle opere di pittura rinascimentale che hanno ispirato l’autore. Oltre ad essere fortemente contemporanee per le tecniche impiegate e per le emozioni che suscita nello spettatore, le opere di Viola si confrontano sui temi, sui colori e sui significati di altre opere di molti secoli prima, appartenenti al nostro Rinascimento. Così The Greeting (1995) è accompagnata dalla Visitazione (1528-29) del Pontorno; Catherine’s Room (2001) dalla Santa Caterina da Siena di Andrea di Bartolo (1394-98); Emergence (2002) dalla Cristo in Pietà di Masolino da Panicale (1424), The Deluge (2002 – vedi sotto 2 minuti centrali del video di 36′) dalla Diluvio  e Recessione delle Acque di Paolo Uccello (1439-40), e così via. Una mostra da non perdere.

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Play video THE DELUGE

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