Finalmente il Centro Congressi La Nuvola ha iniziato la sua attività con la manifestazione Più libri più liberi, fiera nazionale della piccola e media editoria. Ora si può giudicare l’opera di Massimiliano Fuksas non solo dal punto di vista della sua immagine e del suo esito costruttivo, ma anche per la corrispondenza spaziale, funzionale e costruttiva alle esigenze di un grande centro congressuale e fieristico internazionale. Il giorno dell’inaugurazione della fiera ero tra i visitatori e, a prescindere da alcune questioni organizzative che non riguardano l’opera in se, ne ho tratto alcune considerazioni.
L’opera, a un anno dalla presunta fine lavori, è ancora incompleta, causa il problema della “invasione” del marciapiede di viale Europa che la costeggia sul fianco (errore di spiccato dovuto probabilmente ad alcune varianti in corso d’opera), dove si alza l’Hotel La Lama, non solo incompleto, ma invenduto e a rischio degrado. E’ ancora intercluso l’accesso da viale Cristoforo Colombo, da dove si dovrebbe accedere alle parti pubbliche esterne e sono presenti impianti e attrezzature di cantiere, per colpa dei contenziosi ancora in atto tra proprietà e appaltatori. Inoltre il protrarsi dei tempi di costruzione ha creato una situazione di prematuro invecchiamento delle sistemazioni esterne, soprattutto pavimentazioni e finiture di parti funzionali e tecniche collaterali, completate con poca manutenzione.
Veniamo all’interno. L’ingresso doveva essere uno dei colpi più riusciti dell’idea architettonica di Fuksas: è posto sul fronte principale della gigantesca teca dalla quale traspare la celebre “nuvola”. Vi si accede scendendo lungo una monumentale scalinata. Peccato però che – almeno nella manifestazione che l’ha inaugurata – il visitatore debba accedere lateralmente lungo la scalinata infilandosi nella parte interrata, ricavata all’esterno della grande teca e sotto l’hotel La Lama. Entrato si trova alle biglietterie e lungo un percorso rettilineo nel quale trovano posto guardaroba, punti informazione, bar e servizi igienici e, procedendo in avanti, su due livelli, le sale minori ad uso dei convegni e degli incontri: un sistema distributivo rigido, una mall priva di spazialità.
L’intero fianco della mall che separa dal vero e proprio spazio espositivo contenuto nella gigantesca teca sormontato dalla “nuvola” è costituito da un sistema continuo di porte tagliafuoco chiuse. La cosa grottesca di questo agitato primo giorno di apertura è stata vedere decine e decine di persone chiedere dove fosse la “nuvola” ed altrettante tentare la sorte aprendo ora l’una ora l’altra delle porte tagliafuoco, trovandosi di volta in volta davanti a magazzini chiusi o a servizi tecnici sbarrati.
E quando qualcuno più fortunato trovava il varco giusto e riusciva ad entrare, veniva seguito immediatamente – come un flusso di formiche – da un nugolo di visitatori. Ora io capisco che le porte tagliafuoco debbano restare chiuse, capisco meno la mancanza di indicazioni e soprattutto non riesco a pensare che sia questa la strategia di ingresso progettata da Fuksas.
Finalmente, dentro la “teca”, le sensazioni diventano positive. L’effetto spaziale è notevole e colpisce i visitatori. Il senso di dispersione che si provava alle prime visite con gli spazi vuoti, ora è cancellato dalla fitta presenza degli stand espositivi (di libri, peraltro!). E finalmente si può apprezzare la grandiosa hall vetrata dietro la quale compaiono i pini ed il cielo di Roma, sopra la quale incombe l’ameba bianca con le sue nervature, che a me – forse perché eccezionalmente illuminata di rosso – più che una nuvola sembrava una “razza”. Ritengo l’apparente “spreco” di superfici e cubature legittimo nel configurare uno spazio congressuale e fieristico di rilevanza internazionale.
L’accesso ai livelli superiori, quelli entro la “nuvola”, in questa occasione era fortemente filtrato. L’auditorium era chiuso perché non utilizzato per la fiera. Gli spazi del foyer (a più livelli) erano in parte utilizzati per un temporaneo spazio conferenze e in parte chiusi al pubblico, quindi non sono in grado di valutarne la dimensione e l’uso in rapporto all’auditorium; a fronte dell’effetto spettacolare di trovarsi immersi nella gabbia luminescente, mi sono sembrati eccessivi e al momento non attrezzati. Infine una ultima considerazione. L’impatto con una prima manifestazione fieristica ha lasciato aperti alcuni problemi di organizzazione e gestione. Ma il battesimo c’è stato, ora speriamo che si chiudano al più presto i contenziosi di appalto e che si possa procedere ai necessari interventi di manutenzione e finitura. Poi speriamo in una gestione onesta e competente. Ma finalmente anche Roma ha un Centro Congressi di dimensioni e qualità internazionali. In questi anni di grigia decrescita (in)felice è una consolazione. Buona fortuna Nuvola!
buone feste
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Grazie, ricambio e buon lavoro sul blog!
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