Iran s-velata – 2°

parte seconda: discutendo con Mostafa Milani

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Mostafa Milani all’incontro

Prima di terminare il nostro viaggio abbiamo ricevuto una prova di disponibilità e cortesia. Nella città sacra di Qom, è stato organizzato per noi un incontro in forma ufficiale con Mostafa Milani, vissuto in Italia sino a 24 anni, un hojatoleslam (titolo appena sotto quello di ayatollah), che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Cercherò di riassumere la discussione che ne è nata, riferendo quanto appuntato delle affermazioni del religioso iraniano e limitando al massimo giudizi personali. Milani dapprima ha risposto alla domanda sulle diversità e convivenze tra Sciiti e Sunniti, confermando che la fratellanza tra le due diverse visioni dell’Islam, ma anche tra le diverse religioni inclusa quella cristiana, è stata applicata con un certo successo in Iran. Meno in alcuni paesi a maggioranza sunnita come Arabia Saudita, Egitto e Marocco. Ma – ha concluso – il vero problema, come si sa, è l’estremismo terrorista sunnita dell’Isis. Interrogato poi sul sistema politico iraniano, Milani ha spiegato che non è propriamente una teocrazia, in quanto l’Iran è regolato da una costituzione approvata dal popolo e da una democrazia parlamentare elettiva. L’unità tra potere temporale e potere spirituale in Iran è stata voluta dal popolo, convinto che Dio sia qualcosa di superiore anche alla politica. Ma allora – è stato chiesto a Milani – perché questa democrazia impone scelte a prescindere dalla propria volontà come quella del velo per le donne? Milani si è mostrato aperto e tollerante rispetto a questo problema, governato da una legge di fatto depenalizzata, aggiungendo però che il velo, seppure imposto, è una scelta liberamente voluta delle donne iraniane. Una contraddizione in termini che ha sollevato qualche dubbio tra noi, in quanto, come si sa, il velo è imposto anche a chi non è islamico e pratica fedi diverse. Sappiamo però che in Iran da tempo si è aperto un dibattito sulla obbligatorietà del velo e che presto ci potrebbero essere novità in proposito.

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dettaglio di una moschea

Milani si è poi dilungato sul reato di opinione, ritenendolo un reato diffuso in occidente e riportando come esempio i reati di negazionismo, di apologia di nazismo o fascismo. Inevitabile anche qui qualche mormorio tra gli ospiti italiani, dal momento che la libertà di espressione e di opposizione non sembra soddisfatta in Iran. Insomma è sembrato di capire che il reato di opinione in Iran sia da condannare quando imposto dalla legge dell’uomo; e invece da applicare quando prescritto dalla volontà divina tratta dalla interpretazione sciita della scrittura sacra del Corano, l’unica che può definire il limite delle libertà individuali. Insomma un concetto per noi difficile da accettare: l’uomo preparato e saggio che scrive le leggi può sbagliare, l’ayatollah preparato e saggio che interpreta il Corano non può sbagliare.

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un celebre murale a Teheran

E’ stata posta a Milani la domanda sui problemi collegati all’isolamento economico e politico dell’Iran e sulla necessità di superarli entrando a pieno titolo nella comunità internazionale. Milani su questo è stato molto duro. Il mondo – ha detto – è controllato da popoli di origine anglosassone, in primis Stati Uniti, Canada, Inghilterra, ma anche la Francia, che impongono al mondo la loro cultura e il loro potere. La rivoluzione islamica iraniana è stata una rivoluzione antimperialista che rifiuta questa tirannica egemonia occidentale. Non si capisce perché nelle terre della Palestina debbano essersi insediate genti che vengono dal profondo dell’Europa, dalla Russia, Ucraina e altri popoli lontani. L’occidente è ipocrita, perchè piange i morti di Israele e non quelli dei Palestinesi. Le grandi potenze occidentali hanno centinaia di bombe atomiche. Voi stessi, in Italia, pure avendo rifiutato le centrali nucleari, avete più di ottanta bombe atomiche americane. Voi, insieme alla Germania, avete perso una guerra e siete vittime di questa logica, come fate a sopportare questa condizione umiliante? Sappiate che in caso di conflitto l’Italia potrebbe essere la prima distrutta in poche ore! Il più grande messaggio della rivoluzione islamica è questo: popoli del mondo riconquistate la vostra sovranità!

Ad una domanda sulla modernizzazione delle religioni e sul loro adeguamento ai tempi, Milani ha risposto dicendo che la forma repubblicana della rivoluzione islamica è il più forte segnale di modernizzazione rispetto al passato, che era stato sempre contraddistinto da forme di califfato ereditario. Questo è merito del pensiero sciita che affida la guida suprema al vicario del dodicesimo apostolo (ayatollah); ben diverso da quello sunnita che lo affida al monarca. Sulla possibilità di risolvere pacificamente il conflitto tra Israele e Palestina Milani, pure augurandolo, considera una utopia la realizzazione di due stati. Sarà impossibile finché Israele continuerà a cacciare i Palestinesi dalle loro terre. La proposta iraniana è di restituire le case a coloro che ne sono stati allontanati. Considerate – dice – che quasi due milioni di Palestinesi sono rinchiusi nella angusta striscia di Gaza, una situazione invivibile.

Nucleare Iran, Donald Trump in conferenza
Trump e il nuovo embargo all’Iran

Sull’embargo commerciale nei confronti dell’Iran riproposto in questi giorni da Trump, Milani ribadisce la correttezza del suo paese nel rispettare gli accordi internazionali e le disposizioni dell’ONU, avendo azzerato il programma nucleare; cosa che invece non avviene da parte di Israele che – dice – possiede oltre 200 ordigni nucleari. La Repubblica Islamica – prosegue –  è vittima di menzogne come quelle di Trump e Netanyahu che ci accusano di bombe atomiche che non esistono, negate anche dall’Unione Europea e dall’AIEA. Per fortuna l’Europa comincia a capire le falsità contro di noi e i danni procurati dagli Stati Uniti con l’applicazione dei dazi commerciali. Noi siamo un popolo che vuole contare come gli altri, perché tutti i popoli devono essere uguali. Questa è la nostra religione. Mi auguro non accada, ma se ci vogliono fare guerra per questo, che guerra sia!

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omaggio ai morti in guerra

Infine, sulla pena di morte, Milani spiega che il Corano difende la vita, ma per alcuni reati molto gravi è necessaria la pena capitale. D’altra parte –  dice – la pensano tanti come noi in tutto il mondo e ora anche da voi in Italia. Sul piano personale afferma di volerla considerare un provvedimento estremo qualora gli altri mezzi per impedire il reato non siano stati utili. Queste considerazioni sono state accolte dagli ospiti italiani con manifeste espressioni di dissenso.

L’incontro si conclude con alcune battute di attualità. Ribadendo la sua convinzione per una repubblica parlamentare, Milani fa presente quale rischio avrebbe corso l’Italia qualora ci fosse stata un repubblica presidenziale ai tempi di Berlusconi. Sarebbe stato come capita oggi in America con Trump! Poi però mostra di conoscere bene anche lo stallo della crisi politica attuale italiana, segnale – dice – che anche la vostra democrazia è imperfetta! Infine a chi ricorda la recente affermazione del suo superiore in merito alla possibilità di costituire una Stato Islamico nella Regione di Qom, analogo alla Città del Vaticano della Chiesa cattolica, restituendo al potere temporale autonomia laica, Milani sorridendo dice di non essere in accordo con questa proposta che gli sembra separatista e quasi sovversiva. Questa affermazione delude gli interlocutori italiani che l’avrebbero volentieri colta come occasione per restituire una autonomia laica al potere politico. Si conclude così l’incontro, in cordialità e ringraziamenti reciproci.

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Finito l’incontro lasciamo l’Iran, portando dentro due emozioni. La prima, nella città di Isfahan, la vista di notte del Meidan, 160 metri di larghezza per 560 metri di lunghezza, una delle piazze porticate più grandi del mondo, scintillante di luci e impreziosita dal Palazzo di Ali Qapu; sulla Meidan affacciano la Moschea dello Scia e la Moschea della Regina, ruotate in modo di guardare la Mecca. La seconda emozione, vissuta qualche giorno prima nell’Iran sudorientale, è stata la corsa in automobile all’alba per 50 chilometri all’interno del Deserto di Lut, sino ad incontrare, al sorgere del sole, i Kalut, considerati una delle maggiori meraviglie naturali al mondo: rossi faraglioni scavati dal vento, quasi galleggianti sulla sabbia del deserto.

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2 pensieri su “Iran s-velata – 2°

  1. Molto interessante. Mi sembra tra l’altro molto condivisibile la visione politica degli eventi storici e di quelli della attualità. Peccato solo quella pecca della supremazia religiosa nella organizzazione della vita degli iraniani – compresa la pena di morte – e non è poco!! credo però, con una certa dose di ottimismo, che questi aspetti della religiosità, per noi insopportabili, tenderanno inevitabilmente a diluirsi in una modernità che, speriamo per loro, non sia non troppo lontana.

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