a proposito del saggio di Aldo Schiavone SINISTRA! un manifesto

Un progetto per la nuova Italia
Disarticolata socialmente, afflitta da problemi di disoccupazione, di diseguaglianze e di basse retribuzioni, l’Italia, più di altri paesi occidentali, soffre la scomparsa della divisione in classi sociali senza avere ancora trovato gli equilibri necessari per interpretare in modo diverso il conflitto. È in questo quadro che è iniziata la stagione del declino della sinistra, e insieme una pericolosa perdita di identità. Schiavone scrive che oggi l’obiettivo primario della sinistra dovrebbe essere quello di “elaborare e diffondere una cultura della identità italiana che sappia rovesciare il discorso rispetto a quello pericoloso e arcaico proposto dalla destra” (pag. 75), una sorta di coscienza della propria storia e del contenuto di civiltà che la renda leader di una nuova fase di unificazione europea. Insieme, e senza rinunciare al rispetto delle diversità, occorre una vera battaglia contro le diseguaglianze economiche e sociali in quattro ambiti: la sanità; l’istruzione, il lavoro; il mezzogiorno.

Ma, spiega Schiavone, non tanto l’eguaglianza legata a fattori economici, a un modo di lavorare e produrre di stampo socialista, quanto quella fondata sull’etica e sui diritti, ovvero sulla qualità della vita, considerando in positivo sia la globalizzazione come diffusione di una identità comune e inclusiva, sia il progresso tecnico-scientifico come universale conquista dell’umanità. In questo quadro “diventa non solo concepibile, ma estremamente realistica una figura diversa e complementare, che non si identifichi né con l’”io individuale della vicenda capitalistico-borghese, né con il “noi” della tradizione socialista, ma con l’impersonalità di quell’”egli, di quella ”non persona” che, senza identificarsi con alcuno, permette a ciascuno di esistere e di pensare…” (pag. 83). Il processo verso l’eguaglianza è comunque difficile e lungo, ma “deve avere al suo centro non i singoli soggetti – gli individui – ma gli oggetti, i beni. Non deve localizzarsi all’interno di ciascuno di noi, ma all’esterno; nel tessuto stesso della realtà, sia naturale che artificiale” (pag. 85). E, aggiungo, una uguaglianza fondata innanzi tutto su una cultura diffusa a prescindere dai luoghi, dall’età, dal merito e dalla prospettiva del lavoro. Schiavone torna sul concetto di integrazione tra tecnica e capitale che non va vista più come fattore di oppressione e diseguaglianze, ma come occasione di creare nuovi interessi condivisi, “costituendo contiguità dove una volta esistevano solo conflitti […] occasioni di solidarietà rispetto alla protezione di un patrimonio culturale, ambientale, genetico persino…”(pag. 86).

Avviandosi alla conclusione del saggio Schiavone approfondisce alcuni suoi pensieri sul concetto di “umanità”, per passare poi alle problematiche da affrontare sui temi che aveva definito “caratterizzanti” per la lotta contro le diseguaglianze, in particolare l’istruzione e il mercato del lavoro. Infine, tocca il problema del partito che dovrà “rappresentare” la nuova sinistra, implicitamente riferito al Partito Democratico, e quello del senso della rappresentanza e della democrazia diretta o indiretta, visibilmente in crisi in tutto il mondo occidentale, ma recuperabile in una visione completamente nuova del ruolo dell’Europa. Questa parte finale appare più tradizionale e giornalistica e lascia aperti molti spazi per approfondimenti e dibattiti.
Il richiamo che chiude il saggio, la sfida sarà costruire una sinistra all’altezza di questi compiti: per una nuova Italia in una nuova Europa: non sarà facile, ma c’è chi è già pronto. E sta aspettando, scritto pochi giorni prima delle primarie del Partito Democratico, sembra proprio un monito indirizzato alla giovane nuova segretaria alla guida del PD, Elly Schlein. Speriamo bene.