Sono andato a vedere Fiore sull’onda di alcuni recenti successi dei giovani registi italiani, ricordando il bel film di qualche anno fa di Claudio Giovannesi (diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma) Alì ha gli Occhi Azzurri e considerando che negli ultimi 10-15 anni il Centro Sperimentale ha diplomato buoni registi (tra gli altri Cupellini e Nicchiarelli), attori (tra cui Rohrvacher, Scamarcio, Crescentini, Lodovini), sceneggiatori, ecc… Così, vedendo la eccezionale interpretazione di Daphne Scoccia, pensavo fosse anche lei una allieva appena formata. Invece, mi è stato detto, è il suo primo film, era una cameriera di una trattoria romana. Fiore è un film non facile sia per il tema che per la location (girato quasi interamente in un vero carcere), per gran parte sostenuto dai primi piani del volto di Daphne, nome anche della protagonista. La scena del ballo in carcere tra i due giovani detenuti è un piccolo gioiello di regia e recitazione. Ma l’intero film è sceneggiato e realizzato bene, tanto da farsi perdonare qualche incertezza o eccesso nella parte finale. Un altra buona prova del giovane cinema italiano che fa sperare in una rinascita.
Un pensiero su “FIORE: un bel film, una grande interprete”