Un impegno di base per Roma

Riporto per intero il testo (pubblicato su facebook da Emma Amiconi) con i contenuti del primo incontro pubblico del gruppo TUTTI PER ROMA, ROMA PER TUTTI. Il gruppo si è formato su facebook un paio di mesi fa ed è immediatamente cresciuto sull’onda del malessere che coinvolge tutti i cittadini di Roma per la inconcludente, pessima amministrazione Raggi.

Tutti per Roma

Pubblichiamo i punti principali dell’introduzione dell’incontro del 20 giugno, per chi non ha potuto partecipare o è arrivato troppo tardi per ascoltarla. Vi invitiamo a leggere questo testo, perché si tratta dei contenuti che stiamo condividendo e che vorremmo fossero alla base del nostro lavoro comune per Roma.

Roma, 20 giugno 2018
1. Chi siamo
Da una buona idea di un piccolo gruppo alla nascita di un comitato promotore.
6 donne, diverse fra loro per esperienze e campi di attività, che amano la città e non sopportano di vederla scivolare di giorno in giorno verso un irreversibile stato comatoso. 
Altri si sono aggiunti a noi, come primi firmatari del manifesto, altri lo stanno facendo in queste ore e stanno contribuendo a rendere possibili i primi passi. La riunione di oggi è uno di questi primi passi: vogliamo vederci e conoscerci, uscendo da facebook.

Stiamo provando a costruire un gruppo, una aggregazione, partendo dalla convinzione che i cittadini non sono sudditi o clienti dell’amministrazione pubblica, ma che la città è prima di tutto nostra, e noi vogliamo esercitare le nostre responsabilità fino in fondo, diritti e doveri. 
E quindi.
Siamo politici, perché pensiamo che la vita della città ci riguardi in prima persona, perché crediamo nella partecipazione democratica e nelle nuove forme in cui questa partecipazione, in tutto il mondo e da tanti anni, sta trovando modalità inedite e nuovi strumenti per esprimersi. E poiché sappiamo bene che partecipare non è una passeggiata, ma una delle prerogative del nostro essere cittadini, vogliamo anche rendere esplicito da che parte stiamo.

Siamo arrabbiati, perché il modo nel quale la città è amministrata non ci piace, non ci basta, non ci convince nemmeno un po’. Dopo due anni di vento del cambiamento Roma sembra un campo di battaglia, non una città rinnovata.

Siamo consapevoli, perché sappiamo bene che i problemi in ballo sono tanti, assai complessi e con radici profonde e antiche. Non ci illudiamo che i tempi per risalire siano veloci. Ma vogliamo ricominciare. Tra le molte cose da fare – a tutti i livelli – vogliamo contribuire a indicare priorità, programmi e scadenze, a breve, medio e lungo periodo.

Siamo realisti, perché sappiamo che né i partiti, né le forme tradizionali di rappresentanza democratica riescono più a dare piena voce e risposte credibili alle richieste e alle istanze che vengono dai cittadini, specialmente dai più deboli e dai più poveri, e constatiamo che disuguagliane e ingiustizie crescono sempre di più. Anche nella nostra città. Nessuno può farcela da solo, tutti possiamo fare qualcosa. Come minimo, ricordare che l’agenda delle politiche pubbliche deve includere capacità di accoglienza, tolleranza, tutela e promozione di diritti sociali e civili.

Siamo preoccupati, perché vediamo aumentare la distanza tra i cittadini e le istituzioni, l’affermarsi di forme di populismo arrogante e reazionario, l’illusione di risolvere tutto con un Like o con un tweet.

Siamo all’erta, perché quando prevalgono la delusione e il rancore si perde di vista l’interesse generale e vincono sempre gli interessi particolari o personali.

Siamo democratici e antifascisti.

Siamo già in contatto con tanti gruppi, comitati, associazioni che si muovono da tempo nella città e con loro cerchiamo e cercheremo di condividere informazioni, idee e obiettivi. Alcuni di noi ne fanno parte. Li stimiamo e non vogliamo sovrapporci alle loro iniziative: pensiamo altresì che la situazione romana sia talmente grave da richiedere la mobilitazione di tanti, dobbiamo diventare sempre di più. 
Quello che già esiste non basta. Troppi cittadini stanno ancora dentro casa, e invece la vita di Roma e il suo futuro sono anche nelle nostre mani. Fosse anche solo per contribuire con un gesto, un segnale, una proposta, una indicazione di impegno a favore di questa bellissima città nella quale non sta funzionando più nulla. 
Serve il contributo di tutti. Le intelligenze, competenze, idee ed energie che esistono vanno recuperate e portate alla luce. Imprenditori, commercianti, artisti e intellettuali, professionisti e artigiani, insegnanti, studenti, genitori, giovani e anziani, tecnici e operatori, giornalisti …. ce n’è per ognuno e ciascuno può fare la differenza. 
Dentro casa, per strada, durante tutto il giorno, in ogni luogo e circostanza. L’appello è rivolto anche a noi stessi, possiamo fare meglio e di più. 
Rialziamo lo standard minimo dell’educazione, del linguaggio, dell’attenzione a chi ci sta accanto e alla città nel suo insieme.

2. Cosa non siamo
Non siamo un comitato elettorale, nel senso che non siamo nati per costituire una lista civica. Potremo auspicarne la creazione, anzi ci auguriamo che questo accadrà, quando sarà il tempo, ma oggi non è questo il nostro obiettivo. Oltre tutto l’esperienza insegna, a tutti i livelli, che per amministrare servono competenze adeguate, non ci si improvvisa. Mai. Ma certamente andremo di porta in porta a scovare intelligenze e competenze nascoste, perché di gestire bene Roma Capitale qualcuno dovrà pur farsi carico.

Non siamo collaterali a nessun partito, non per disprezzo ma perché siamo altra cosa. Nessuno ci finanzia.

Non siamo superficiali, e quindi ci muoviamo con cautela, passo dopo passo, cercando di capire come e dove sia opportuno intervenire e come sia meglio organizzarsi.

Non pensiamo di poter fare tutto da soli, e quindi siamo aperti a collaborazioni, contributi e approfondimenti. Abbiamo bisogno di scienza e coscienza, abbiamo bisogno di studio, di metodi di analisi, di informazioni e di supporto da parte di esperti e di tecnici. 
Abbiamo bisogno di risorse materiali e immateriali.

3. Cosa vogliamo
Vogliamo qualificare la protesta e le proposte dei cittadini, organizzando le informazioni che stiamo raccogliendo in dossier tematici e ragionati. Una forma di monitoraggio civico, alimentata da noi tutti e condivisa con ricercatori, tecnici e professionisti. 
Sarà un Osservatorio permanente sulle emergenze, ma conterrà anche le proposte, i dati, le informazioni su come, altre metropoli, si sia riusciti a risolvere problemi analoghi. Sarà la base informata per proporre e ottenere cambiamento. Vogliamo che l’agenda pubblica della città riparta dai cittadini.

Ragioneremo e faremo proposte sui servizi pubblici di base (pulizia e raccolta dei rifiuti, strade e verde pubblico, mobilità e trasporti, anche seguendo le centinaia di segnalazioni che ci avete inviato), ragioneremo e faremo proposte sull’offerta turistica e culturale, sul commercio, sugli spazi pubblici, sui servizi e le politiche sociali. Su come interrompere l’emorragia delle imprese che abbandonano in numero crescente la città, togliendo posti di lavoro, opportunità di crescita, di ricerca e di innovazione; sul come rilanciare l’offerta commerciale che oggi è sempre più squalificata, su come intervenire nelle periferie, sempre più lontane e abbandonate a se stesse, sui livelli di assistenza sempre più insoddisfacenti.

Vogliamo risvegliare i cuori e le coscienze intorpidite, le abilità e le esperienze smarrite. 
Perché la nostra città ci riguarda! 
Richiamare i delusi e gli arrabbiati, farli tornare a vedere la bellezza di Roma, a credere nelle sue potenzialità disattese e avvilite ma ancora esistenti, a ragionare sull’armonia della convivenza civile, sull’importanza del buon uso del tempo, dell’esercizio del pensiero critico e della propositività. 
Rovesciare il processo negativo, riavviare un percorso che si è fermato. Sperimentare e inventare.

Vogliamo dire a chi ci amministra che è necessario, urgente, impellente un radicale cambio di marcia e di direzione. Non basteranno i milioni di euro di un governo amico per rimettere in sesto né il bilancio del comune né la vita della città, se resteremo in mano ad amministratori pavidi e senza progetti, senza visione e, a volte, supponiamo, senza amore. Sebbene sia stato necessario risparmiare, vorremmo sapere se e come sono state spese le risorse esistenti. 
Ci interessano, del resto, più che il monitoraggio sulla correttezza delle procedure o il processo alle precedenti stirpi di amministratori, la stima e la valutazione dei fatti e dei risultati ottenuti da chi è al comando ormai da due anni. Cosa è cambiato?

Le prossime tappe (vicine)
Affinare i canali di conoscenza reciproca e lo scambio di informazioni e notizie (schede rilevazione, gruppi di conversazione di oggi e poi altre iniziative analoghe successive).
Organizzare la manifestazione di settembre in Campidoglio, che dovrebbe segnare l’avvio della mobilitazione e della visibilità su larga scala del movimento Tutti per Roma. Dobbiamo essere migliaia.
Moltiplicare le firme al Manifesto. Cominciare a scrivere il nostro programma operativo e a strutturare l’osservatorio.
Mappare le disponibilità esistenti. Organizzare gruppi di lavoro tematici/territoriali.
Aprire e alimentare il sito web.
Organizzare iniziative locali di approfondimento.

I numeri
15.500 su facebook in 5 settimane e centinaia di post e di interazioni
3200 firme al manifesto in una settimana
Il sito web appena aperto.

I tempi
I tempi sono lunghi, ci vorranno anni per risalire la china. 
Ma il cambiamento va accompagnato e orientato. 
Per questo motivo, noi siamo all’opera già da oggi, insieme a chi vorrà partecipare a questa avventura entusiasmante. Siamo pieni di speranza, di coraggio e di passione, abbiamo testa e abbiamo cuore, siamo fieri di abitare in questa città. E’ nostra, prima di tutto, e sta anche a noi curarla, difenderla, riabilitarla e farla tornare a splendere agli occhi dell’Italia e del mondo.

Tutti per Roma raduno 2

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