Riqualificazione del quadrante di Piazza Alessandria a Roma

una proposta del Municipio II:

dalla partecipazione alla attuazione di una zona 30-isola ambientale.(*)

il quadrante urbano attorno piazza Alessandria

articolo aggiornato al 28-03-2021

Questa proposta nasce nel 2019 da considerazioni generali tra gli uffici di Roma Capitale e il Municipio II  al fine di individuare soluzioni innovative per la promozione della mobilità, la valorizzazione di ambiti urbani di pregio e l’incremento della sicurezza stradale. La Presidenza del Municipio II ha costituito un tavolo di discussione (Tavolo Zone 30) che ha preso in esame 13 possibili ambiti di attuazione di Zone 30. In una successiva riunione è stato deciso di avviare uno studio preliminare sull’area definita di “Piazza Alessandria”, parte del quadrante più ampio già indicato come quadrante Porta Pia. Lo Studio nella versione presentata è stato redatto da Umberto Cao. Da qui si apre un percorso partecipativo al quale forniscono contributi anche Legambiente-Mondi Possibili e il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza, per raccogliere osservazioni ed esigenze dal territorio, in particolare da associazioni locali, residenti e commercianti, al termine del quale si potrà stendere il progetto definitivo.

Note storiche e caratteri urbani

Il quadrante urbano di Piazza Alessandria è immediatamente esterno alle Mura Aureliane, si distende tra Porta Pia e Piazza Fiume e si sviluppa in direzione nord-est parallelamente al tracciato di via Nomentana. La sua formazione è collegata alla vicenda degli stabilimenti di produzione della Birra Peroni, consolidati tra piazza Alessandria, via Mantova e via Nizza nel 1901, a seguito della fusione della Ditta Francesco Peroni con la Società Romana per la fabbricazione del ghiaccio e della neve artificiale.

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Piazza Alessandria e il complesso Peroni appena costruito

Tra il 1908 e il 1922, mentre entrava in attuazione il Piano Regolatore Sanjust ci fu un importante ristrutturazione di tutti gli impianti. Gustavo Giovannoni tra il 1912 e il 1913 progettò in prossimità dell’attuale Piazza Alessandria il complesso del serbatoio dell’acqua con la caratteristica torretta, la fabbrica del ghiaccio, il complesso delle scuderie e dei magazzini su via Reggio Emilia e l’edificio dell’Amministrazione su via Mantova. Simultaneamente all’avvio della nuova fabbrica fu dato spazio alla costruzione di residenze all’interno di una lottizzazione a scacchiera: nacquero i quartieri operai nelle vie Brescia, Nizza e Bosi e successivamente le case blocco tipiche della Roma umbertina, che saturarono progressivamente i lotti liberi.

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Il Complesso ex Peroni dopo la ristrutturazione

Nel 1971 la Società Peroni ha dismesso le attività trasferendo gli impianti altrove. Negli anni Ottanta è stato realizzato un Piano di ristrutturazione, progettato dall’architetto Alberto Racheli, che ha conservato i volumi architettonici originali con interventi di restauro e risanamento conservativo, realizzando anche una piazzetta commerciale con parcheggio sotterraneo. Questo intervento di recupero architettonico e funzionale, insieme alla ristrutturazione a parcheggio multiplano del complesso su via Alessandria e al Museo Macro, successivamente ricavato sempre negli spazi Peroni, ha valorizzato l’intera area. Ma il comparto oggi è caratterizzato anche dal Mercato su Piazza Alessandria, inaugurato nel 1929 su progetto dell’architetto Elena Luzzatto. Recentemente è stato restaurato e sono previsti altri interventi di rifunzionalizzazione interna (sotto).

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mercato-nomentano

La parte che interessa questa proposta di zona 30 è quella organizzata sull’asse di via Alessandria, completato in forma di tridente verso Corso d’Italia da via Bergamo e via Ancona. Come abbiamo visto è un sistema urbano morfologicamente compatto, con edifici a blocco tipologicamente omogenei, punteggiato di emergenze architettoniche, che si conclude di fronte alle Mura Aureliane con la parte di Corso d’Italia compresa tra Porta Pia e Piazza Fiume. Dal punto di vista funzionale conserva il carattere residenziale (solo in parte modificato in terziario) con una fitta presenza di attività commerciali soprattutto di ristorazione e tempo libero. Da evidenziare, oltre all’importante mercato su piazza Alessandria, la presenza di tre sale cinematografiche (la multisala Savoy su via Bergamo, Mignon su via Viterbo ed Europa su Corso d’Italia) e di una importante libreria che affaccia da via Bergamo su piazza Fiume, per non considerare la vicina Rinascente all’angolo con via Salaria. Nell’insieme ci sono intensi spostamenti pedonali che concorrono a determinare una forte tonalità di vita cittadina.

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Piazza Fiume popolata solo da auto

Tutto questo contrasta con una condizione di degrado ambientale dovuta alla intensità del traffico e al parcheggio selvaggio dei mezzi privati (fuori stallo, in divieto o in seconda fila). Gli unici interventi di viabilità sono stati quelli realizzati per le Olimpiadi del 1960, con il sottopasso di Corso d’Italia, che però risolve esclusivamente il traffico di scorrimento tangenziale. In superficie restano i problemi di attraversamento e di ingolfamento anche all’interno del quadrante. Recentemente sono stati presentati al Municipio II, da parte di commercianti in zona (Libreria Minerva, La Rinascente, ecc…) e associazioni cittadine, apprezzabili studi per la riqualificazione delle mura e dell’intera area. Ma con l’ipotesi di zona 30 e/o isola ambientale sono necessari ulteriori approfondimenti e nuove indicazioni progettuali. In definitiva l’intero quadrante sia per i suoi aspetti positivi (qualità architettonica e ruolo urbano) che per quelli negativi (traffico e insostenibilità ambientale) si presenta come paradigmatico rispetto ad un primo intervento di zona 30 e successivamente in isola ambientale con adeguate pedonalizzazioni.

La viabilità

Dobbiamo quindi pensare all’intero quadrante limitato da Viale Regina Margherita, via Nizza, Corso d’Italia e via Nomentana. Per concentrare poi l’attenzione sulla “zona calda”, che è quella costituita da piazza Alessandria, dal tridente via Bergamo-via Alessandria-via Ancona, dall’intera carreggiata superficiale di Corso d’Italia con il tratto di Mura Aureliane, parte di Porta Pia e di piazza Fiume.

Pla Generale con perimetro

All’interno del quadrante la circolazione veicolare già oggi è a senso unico su tutte le strade. Premesso che l’intera circolazione deve essere bene meditata e verificata anche con gli uffici del Dipartimento Mobilità e Polizia di Roma Capitale, si propone di invertire il senso di marcia di via Brescia e via Mantova per evitare il più possibile l’attraversamento veicolare della zona 30 lasciando però ai mezzi di carico/scarico del mercato la possibilità di accesso (e di rientro) sia da via Savoia che da via Nomentana. Il sistema funzionerebbe con due percorsi tangenti la piazza, il primo da via Mantova con opzione in uscita via Alessandria oppure via Bergamo-via Brescia. Il secondo da via Messina con opzione in uscita via Alessandria oppure via Ancona.

Prima fase

Premettiamo che vanno previste fasi di attuazione diverse, ma studiate in modo tale che ogni fase coincida con un’opera compiuta, e che la fase successiva sia di integrazione. Insomma, tre progetti compiuti che si incastrano l’uno sull’altro sino a comporre un progetto finale unitario e organico.

Nella prima fase prendiamo in considerazione il tridente compreso tra Piazza Alessandria-via Bergamo-via Alessandria-via Ancona, per realizzarvi una prima Zona 30. La sistemazione di Piazza Alessandria è molto importante per l’intero sistema. Il fronte del Mercato Nomentano che guarda a sudovest (verso Corso d’Italia) liberato completamente dalle auto in sosta e unificato al trattamento di via Bergamo e via Alessandra dovrebbe essere dedicato essenzialmente ai movimenti degli utenti del mercato. Riservato ai pedoni, questo lato della piazza avrà molto spazio libero, ma vi potrebbero ancora trovare posto i banchi ambulanti opportunamente sistemati. Il fronte opposto che guarda a nordest, verso viale Regina Margherita, invece, dovrebbe essere dedicato principalmente al movimento di merci e addetti; l’accesso dei mezzi di carico/scarico sarà tangente, di entrata e uscita immediata. A ridosso del mercato saranno previsti stalli per il carico e scarico merci. Sui fianchi corti del Mercato troveranno posto stalli di parcheggio per i furgoni, per disabili, mezzi di soccorso e Polizia Municipale.

planimetria della sistemazione di Piazza Alessandria
vista della sistemazione della piazza fronte sudovest
vista della sistemazione della piazza fronte nordest

In continuità con la piazzetta del complesso Ex Peroni, via Bergamo, (con la multisala e molte attività di ristorazione), dovrà avere senso unico a uscire da Piazza Alessandria, pavimentazione continua in quota marciapiede, con transito e stalli di sosta consentiti ai veicoli di residenti, commercianti ed emergenza; similmente via Alessandria, a senso unico in direzione piazza Alessandria, costituirà l’ingresso da corso d’Italia alla zona 30. In definitiva si viene a creare un sistema continuo a traffico pedonale privilegiato (colore giallo nel disegno) che dal Mercato aggancia la piazzetta pedonale dell’Ex Peroni e scorre lungo via Alessandria e via Bergamo concludendosi in un ampio marciapiede su corso d’Italia e in due piazzette pedonali che affacciano su Piazza Fiume e piazza di Porta Pia. Restano delle variabili da definire: le caratteristiche di via Ancona e delle vie Pagliari, Ripa e Paoletti; scelte collegate anche alla necessità di non ridurre troppo le possibilità di parcheggio per residenti e commercianti all’interno della zona. Ma in tutti i casi al rifacimento della carreggiata stradale si accompagnano la nuova illuminazione, arredi adeguati e alberature.

planimetria della zona a traffico limitato nel tridente verso corso d’Italia

Seconda fase

Si prevede di realizzare una intera Zona 30 sulle restanti strade del quadrante (le vie: Alessandria sino a viale Regina Margherita, Cagliari, Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Messina), con il rifacimento delle carreggiate stradali, mantenendo i parcheggi, ma con incroci protetti (ad orecchia), individuando ampliamenti dei marciapiedi in prossimità delle maggiori concentrazioni di negozi; anche qui nuova illuminazione, arredi e alberature.

Terza fase

La terza e definitiva fase di sistemazione riguarda sostanzialmente corso d’Italia e piazza Fiume. Il tratto delle Mura Aureliane tra porta Pia e piazza Fiume dovrà essere riqualificato non solo con adeguati interventi di risanamento murario e illuminazione, ma anche sostituendo alla controstrada con il parcheggio uno spazio verde a terra (l’antico pomerio), al margine del quale corra la ciclabile che si collega alla pista Nomentana esistente. La carreggiata di Corso d’Italia, considerando che il traffico di attraversamento scorre nel sottosuolo, potrà essere declassata riducendola a due corsie con parcheggi a spina da entrambi i lati. La controstrada attuale verso l’interno resterà (con parcheggio a spina) per smistare il traffico di accesso alla Zona 30 e accogliere parcheggi riservati ai residenti.

Planimetria esemplificativa della nuova sistemazione di corso d’Italia

Ma la vera novità riguarda Piazza Fiume. La porta Salaria (foto sotto) , accesso alla città da nord-est, dalla antica “via del sale” , fu gravemente danneggiata dai cannoneggiamenti del 1870 e quindi demolita nel 1871 per aprire piazza Fiume. Venne poi ricostruita nel 1873, ma definitivamente demolita nel 1921 per motivi di viabilità. Resta oggi la grande parete muraria, alta e massiccia che domina la piazza, con alcuni reperti che vennero alla luce in occasione della prima demolizione: il sepolcro di Cornelia e quello di Quinto Sulpicio Massimo. All’angolo di via Piave resta, addossato alle Mura, l’edificio medievale adibito a corpo di guardia

porta salaria
circolazione attuale (a sinistra) e circolazione proposta (a destra) flussi bus in blu, flussi auto in rosso

La proposta è quella di eliminare il traffico di superficie che da Corso d’Italia attraversa piazza Fiume – ricordiamo ancora che il traffico di attraversamento è garantito dal sottopasso – deviandolo in doppio senso di marcia lungo via Sulpicio Massimo oggi percorsa a senso unico. Il doppio senso è possibile eliminando il parcheggio in linea e sfruttando interamente i 9 metri di larghezza della carreggiata. Con questo semplice accorgimento si potrà creare una grande piazza pedonale in continuità e come terminale del sistema a traffico limitato nella Zona 30 individuato come prima fase e realizzando una vera Isola Ambientale. Piazza Fiume così si trasformerà da caotico nodo di traffico in un grande spazio pubblico alle porte del centro di Roma.

planimetria finale del sistema a tridente
planimetria con la sistemazione delle Mura e della piazza
Vista
vista verso piazza di Porta Pia
vista verso la Rinascente

Conclusioni

Un quadrante appena fuori dalle Mura Aureliane interamente destinato a zona 30 e parzialmente pedonalizzato, può non solo riqualificare una parte importante di città da considerare ormai “storica”, ma anche determinare nuove condizioni di vita, di lavoro e di tempo libero sotto il segno della sostenibilità ambientale e quindi della salute. Ma i problemi che si aprono sono tanti, a cominciare da quello del parcheggio delle auto; desideriamo quindi concludere questa presentazione senza manifestare certezze ma esprimendo dubbi, o, comunque aspetti da approfondire e risolvere.

9 pensieri su “Riqualificazione del quadrante di Piazza Alessandria a Roma

  1. …avevo scritto un commento articolato (pieno di complimenti!) ma non sono riuscito ad allegarlo su questo Word Press

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  2. Qualche tempo fa anche OFFICINALEONARDO aveva elaborato una proposta per questo quadrante che doveva essere depositata presso il Secondo Municipio.
    La proposta era articolata su due linee con molti punti di contatto con il progetto appena visto, cosa che, ad anni di distanza, non può che farci piacere, almeno per l’oggettiva validità degli stessi.
    Il primo punto era incentrato su Piazza Alessandria, la “piazza ritrovata”, in quanto questo pezzo di quartiere circondato da storiche ville, manca nel suo cuore di spazi pubblici e spazi dedicati ai bambini. Fu proprio il mercato coperto a togliere l’occasione di uno di questi spazi aperti di incontro. Quindi la nostra proposta avevamo immaginato una piazza sospesa, ossia una sorta di giardino pensile realizzato tramite un opportuno ripensamento del solaio di copertura del mercato, collegato a terra tramite ascensori di cristallo e circondato da una parziale pedonalizzazione della piazza. In quota trovavano spazio giochi e attività per i bambini, oltre ad alcuni spazi al chiuso che realizzavano la loro complementarietà con un centro anziani.
    La seconda parte prevedeva esattamente la stessa idea di parco lineare, così come è stato realizzato in via Carlo Felice, sottraendo spazio alle macchine. In tal caso, in coincidenza dell’interessante isolato romano e medievale, al posto del parcheggio dei taxi, la piazza era stata pensata molto più verde e completata da altri spazi per i più piccoli , capovolgendo completamente L’immagine attuale.
    Infine questa seconda parte prevedeva un’interessante realizzazione di giardini pensili realizzati in rilevato in corrispondenza dell’uscita delle rampe dei sottopassi di Corso Italia, così come già visto a Parigi, andando ad incrementare la quota pedonale e anche in questo caso a capovolgere l’immagine attuale, assai cruda e caotica

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  3. Mi auguro quindi di cuore come abitante del quartiere ed estimatore dell’architettura da parte di chi la professa e realizza, che questa proposta del Municipio trovi compimento, essendo molto matura ed equilibrata e seguendo il giusto trend internazionale delle aree residenziali sottratte ad un “attraversamento” selvaggio e recuperate alla sostenibilità.
    Personalmente all’architetto Cao faccio presente che le quote sottratte al parcheggio di pertinenza potrebbero essere recuperate semplicemente ragionando sul fatto che con le attuali politiche tariffarie e permissive moltissimi lavoratori della zona che risiedono a un solo quartiere di distanza pretendono di usare la macchina mentre a Roma capovolgendo tali usi e introducendo una provvidenziale chiusura del Raccordo (a suo tempo proposta in giunta Marino e successivamente Raggi) si avrebbe una riduzione del traffico veicolare del 50%, agendo sulle consolati, sulle corsie preferenziali di penetrazione e sui modi di scambio ad altezza GRA già in parte realizzati ai tempi del Giubileo e futuri punti di densificazione e rivitalizzazione urbana.
    Da ciò deriva anche che sollecitando diversi accordi commerciali con i parcheggi multipiano già esistenti in parte svuotati dal flusso esterno si avrebbero nuovi accordi residenziali e di pertinenza per gli abitanti del quartiere, tenuto anche conto dell’alto livello di propensione alla spesa su base istat del quartiere.

    Per completare l’assetto del quartiere a livello di nuove pedonalità sarebbe infine da considerare nell’ottica dei nuovi accordi con la collezione Torlonia di creare l’ampio polmone di verde dei quasi 10 ettari di Villa Albani che potrebbero anche definire nuovi percorsi urbani pedonali se fossero previsti due nuovi accesso ai giardini su via Brescia, via di Villa Albani e in prosecuzione su via Adda. Inoltre tali spazi incontrerebbero una ideale prosecuzione pedonale e ciclabile sullo spazio verde archeologico sulla via Salaria dell’affascinante e interessante ma poco noto Mausoleo di Lucilio Peto, che potrebbe in concomitanza alla riapertura di quello Augusteo e a un ritrovato interesse e amore per questi spazi, ricevere il beneficio di una sua più stabile apertura al pubblico e musealizzazione, con appoggio di servizi anche interni a Villa Albani.
    Infine sarebbe utile ritrovare, nell’ambito del bel progetto di ristrutturazione di Citterio dell’isolato ex Monte Amiata di Cesare Pascoletti, il collegamento pedonale tra il viale Regina Margherita e la retrostante via Arno , che ne qualificava l’edificio con una funzione pubblica completata da negozi e scale mobili e spazi pedonali aperti. Il Comune di Roma ha conservato il diritto di tale uso. Come risulta dalle carte del nostro archivio Pascoletti.

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  4. Caro Pascoletti, con piacere ho letto i suoi due successivi commenti allo studio predisposto insieme al Municipio 2 per la riqualificazione del quadrante urbano di Piazza Alessandria e la ringrazio dei giudizi positivi. Concordo con tutte le considerazioni che riguardano scenari più ampi di riduzione del traffico automobilistico privato e di relazione con altre limitrofe parti urbane. Il progetto preliminare qui illustrato vuole essere l’avvio di un processo che si dovrebbe sviluppare nel tempo. Purtroppo a causa delle recenti elezioni con la riconfigurazione dell’assetto amministrativo del Municipio (che peraltro ha mantenuto la stessa Presidente Del Bello) la proposta, di cui era stato già avviato il processo partecipativo, ha avuto un lungo e dannoso stop. Mi auguro che l’iniziativa possa presto riprendere slancio. Confido nell’appoggio di cittadini e professionisti competenti affinchè questa delicata e disastrata parte urbana possa riacquistare la sua dignità. Umberto Cao.

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  5. Buongiorno,
    Ho solo una perplessità che riguarda l’accesso a via Alessandria solo da Piazza Alessandria. Considerando la strada riservata ai mezzi pubblici e i vari sensi unici i residenti potrebbero accedere solo da viale Regina Margherita. Corso d’Italia se ho capito le intenzioni dovrebbe diventare una via riservata ai soli mezzi pubblici.

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  6. Gentile Cattabiani, grazie del commento. Chiarisco facendo riferimento al precedente mio articolo – https://umbertocao.com/2021/12/20/isola-ambientale-di-piazza-alessandria-a-roma-approfondimento-fase-1/ – l’accesso al tratto finale di via Alessandria non è previsto da Piazza Alessandria, bensì, come oggi, a senso unico da Corso d’Italia, strada che non ha alcuna limitazione nel traffico, che rimane sia pubblico che privato. Comunque tutto nella progettazione esecutiva verrà approfondito e verificato.

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  7. Premesso che la viabilità non è stata ancora discussa con Roma Mobilità e con la Polizia di Roma Capitale, preciso che nel progetto, escluso il tridente Piazza Alessandria-Bergamo-Alessandria-Ancona, le uniche strade in cui viene modificato (invertito) il senso unico di marcia sono via Brescia e via Mantova; e questo proprio per consentire un doppio accesso al tratto di via Alessandria verso Regina Margherita, e cioè da via Savoia-Mantova e da via Nomentana-Messina. Resta più problematico l’accesso da Corso d’Italia e in questo le do ragione. Ma l’isola ambientale ha come ragione principale quella di non avere traffico di attraversamento, perchè dovrebbero essere spazi urbani che privilegiano il pedone con il solo movimento di auto di residenti e commercianti per accesso ai cortili interni e/o carico/scarico con sosta provvisoria. Soprattutto piazza Alessandria dovrà avere un carattere sostanzialmente pedonale. Comunque se il progetto proseguirà il suo iter la sua preoccupazione sarà certamente oggetto di riflessione.

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