LA SINISTRA C’E’ (seconda parte)

a proposito del saggio di Aldo Schiavone

SINISTRA! un manifesto

Sinistra e crisi della politica

Lo scontro tra sinistra e destra, al di là delle diverse opinioni tra bipartitismo o multipartitismo, si ritrova nella crisi della politica italiana ed europea. La sinistra pratica la politica, mentre, come scrive Schiavone, “nel mondo moderno la destra conservatrice, in conseguenza della sua intrinseca estraneità alla democrazia, non ha mai amato la politica nel senso più pieno e più forte, o almeno il suo radicamento popolare. L’ha piuttosto subita come il male minore…” (pag. 33). Ma La disaffezione per la politica oggi colpisce anche a sinistra, solo in parte compensata dalla diffusione dell’impegno civico, importante, anzi fondamentale, ma con due limiti: il primo è che i gruppi e le associazioni civiche sono concentrate nei nuclei urbani più grandi e il secondo è che nascono quasi sempre su bisogni e/o problematiche locali, e con un pragmatismo che talvolta scade nel fenomeno NIMBY (Not In My Back Yard): Inoltre questi gruppi a fatica riescono a sfondare il muro della politica strutturata in partiti, restando emarginati in un limbo ora intellettuale ora di strada. Altre ragioni sono l’astrattezza del concetto di delega, confermata in Italia da una pessima legge elettorale in base alla quale l’elettore non conosce il suo rappresentante, e la fede nel leader, molto sviluppata ed elettoralmente funzionale soprattutto a destra. Scrive in proposito Schiavone: “La ragione di questi processi di inaridimento va cercata in primo luogo nel legame, anch’esso antichissimo e primario, fra politica e libertà, che spiega e dà conto di quello tra politica e democrazia. La politica, insomma, non riesce mai a diffondersi – a diventare politica di popolo: cioè a essere davvero sé stessa – ove non sia accompagnata dalla libertà di discutere e di dividersi.” (pag.34). E invece sempre più la politica di sinistra si ritrova chiusa rispetto a decisioni e derive alle quali non partecipa.

Ci sono tanti esempi, ma uno lampante di oggi è lo scarso impegno dei governi europei alla costruzione di una ipotesi di pace nella guerra in Ucraina, supportata invece da una maggioranza di Italiani come ci dicono i sondaggi. Scrive Schiavone: “Più i centri effettivi del potere si sottraggono alla politica e alla democrazia, meno queste ultime contano, tanto maggiore diventa la disistima nei loro confronti. Ma quanto minore è la loro importanza nelle grandi decisioni, più esse a loro volta si degradano e si immiseriscono in un’autoreferenzialità cieca, marginale e senza sbocchi; e questo non fa che aumentare ancor più la sfiducia nei loro confronti.” (pag. 39). E nasce il populismo di destra, come di sinistra, “in ognuna delle sue molte versioni, come una specie di viaggio d’esplorazione, azzardato e pericolosissimo, al termine della politica” (pag. 39). Resistere a questo abbassamento pericoloso della attenzione democratica significa restare a sinistra, “riconquistare alla politica lo spazio e il consenso perduti, ridarle sovranità, e con quest’ultima restituirle etica e conoscenza. Garantirle finalmente un orizzonte all’altezza dei problemi e delle opportunità che abbiamo di fronte…” (pag. 41) ma “non c’è un solo grande problema nel mondo contemporaneo – ambiente, energia, salute, emigrazioni, diseguaglianze – che possa essere risolto dalla volontà di un solo Stato, che non richieda un approccio e una soluzione almeno continentali” (pag.42). Ecco, dunque, che torna la contrapposizione tra destra e sinistra: la prima vuole separare, la seconda integrare, “cedere ulteriore potere da parte dei singoli Stati è l’unica via per farne acquistare una quota più ampia ai propri cittadini, riuniti dall’esercizio comune di una nuova sovranità, europea, democratica, solidale e condivisa […] ridare potere costituente all’idea di Europa.” (pag.43-44).

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